La RAVA e la FAVA
ConseRvAzione, Valorizzazione e caratterizzazione morFologicA e genetica di Varietà ortive “minori” locali

Il progetto la RAVA e la FAVA – ConseRvAzione, VAlorizzazione e caratterizzazione morFologicA e genetica di VArietà ortive “minori” locali – ha contribuito ad ampliare e migliorare la già avviata rete regionale avente come fulcro operativo la Banca del Germoplasma Vegetale dell’Università di Pavia e finalizzata alla conservazione ex situ di antiche e poco diffuse varietà locali tradizionali lombarde ( quali la patata di Bossico, la cipolla Piatta Viola di Treviglio, la cicoria Radice Amara di Soncino), a rischio di erosione genetica perché divenute nel tempo territorialmente o produttivamente marginali a causa del progressivo abbandono del loro utilizzo in ambito agricolo. Queste entità si qualificano particolarmente bene per rafforzare il legame prodotto-territorio e anche per favorire la diffusione di specie più resilienti ai cambiamenti climatici. Attraverso lo studio, condotto durante il progetto, delle piante dal punto di vista morfologico e genetico mediante l’utilizzo di appositi protocolli standardizzati UPOV/CPVO, riconosciuti a livello internazionale e nazionale, si può infatti comprendere se ci siano elementi utili per incroci del futuro, così da migliorare la possibilità di sviluppare nuovi orientamenti produttivi che consentano alle aziende agricole di recuperare redditività.

TEMPO DI ASCOLTO: xxxxx

DATA DI AVVIO: 11/06/2021
DATA DI COMPLETAMENTO: 11/12/2023
DURATA: 30 mesi
SITO WEB: www.laravaelafava.it

FINANZIAMENTO: Il progetto è stato cofinanziato con un un contributo di xxxx euro dall’operazione 10.2.01 “Conservazione della biodiversità animale e vegetale” del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Lombardia

CAPOFILA:
Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente (DSTA) – Università degli Studi di Pavia

PARTENARIATO:

  • Dipartimento di Biologia e Biotecnologie (DBB) – Università degli Studi di Pavia
  • Dipartimento di Bioscienze (DBS) – Università degli Studi di Milano
  • Orto Botanico di Bergamo “Lorenzo Rota”, Bergamo
  • Azienda Agricola Oroverde di Bosio Roberto, Soncino (CR)
  • Azienda Agricola Baggini Moreno, Voghera (PV)
  • Società agricola Flora Conservation di Lino Zubani & C., Pavia
  • Cooperativa sociale Areté, Torre Boldone (BG)
  • Azienda Agricola Agrituristica Cascina Selva, Ozzero (MI)
  • Società Agricola Vegeta, Calvenzano (BG)

PRINCIPALI PORTATORI DI INTERESSE. DIRETTI: le aziende agricole lombarde, convenzionali e/o biologiche, che siano già custodi di entità ortive marginali tradizionali, o comunque interessate a coltivare prodotti di alta qualità organolettica, nell’ottica di creare e sperimentare nuove piccole filiere territoriali; le aziende agricole lombarde interessate a specializzarsi nella produzione e vendita di sementi di varietà ortive marginali; altri enti di ricerca interessati a portare avanti ulteriori studi sulle varietà e gli ecotipi recuperati e caratterizzati nell’ambito del progetto. INDIRETTI: la Regione Lombardia, che dopo investimenti importanti nel riconoscimento delle cultivar tradizionali e delle Varietà da Conservazione potrà avvalersi delle nuove conoscenze acquisite sulle specie ortive marginali, utili per il controllo e la gestione di tali entità ma anche per l’iscrizione a nuovi elenchi nazionali del settore; i territori lombardi, che potrebbero vantare tipicità locali scomparse (o quasi) nuovamente reintrodotte o potenziate, capaci di alimentare nuovi mercati o eventi di richiamo turistico. In particolare, i territori di montagna e comunque marginali potrebbero essere tra quelli che ne ricaverebbero il maggior guadagno in assoluto, vista la loro intrinseca scarsa produttività con l’uso di cultivar standard; l’agrobiodiversità, che trarrà indubbio beneficio dall’incremento della coltivazione delle varietà tradizionali, evitandone cosìl’estinzione, dopo numerosi anni di erosione genetica. Infine, dato che molto spesso i moderni macchinari agricoli non possono essere utilizzati per il rischio di contaminazione delle sementi, le cultivar tradizionali spesso richiedono campi di estensione ridotta, che, nel loro insieme, accrescono la variabilità e quindi il valore del paesaggio agricolo, consentendo l’insediamento di un numero più elevato di specie selvatiche; il pubblico generico ed in particolar modo i consumatori, che potrebbero disporre di prodotti di alta qualità, attualmente difficilmente reperibili sul mercato, e di immediata riconoscibilità, consentendo quindi una facile distinzione di eventuali prodotti fasulli