Cometa
Colture autoctone mediterranee e loro valorizzazione con tecnologie avanzate di chimica verde

Il progetto Cometa ha studiato sistemi colturali non-food, innovativi e a basso input – come cardo, cartamo e brassicacee – idonei ad essere coltivati in aree marginali, a rischio di erosione/desertificazione, sotto-utilizzate, inquinate e/o male utilizzate delle Regioni Sardegna, Campania, Lazio, Sicilia e Umbria. Facendo riferimento ai tre sistemi colturali, il progetto ha permesso la messa a punto di un protocollo ottimale di coltivazione, identificando idonee strategie di difesa colturale e adempiendo ad un programma di miglioramento genetico per la coltura del cardo. Ha inoltre sviluppato sistemi innovativi di raccolta e stoccaggio della biomassa, identificando anche soluzioni ottimali per la combinazione di biochar e compost di qualità utilizzati per mitigare l’effetto fitotossico di aree altamente inquinante.
Per quanto riguarda la valorizzazione delle diverse frazioni colturali, l’attività sperimentale ha trasformato con successo i semi valorizzando l’olio per la produzione di monomeri, bioerbicidi e biolubrificanti, tutti prodotti biodegradabili che non si accumulano in suolo idonei per applicazioni in agricoltura. Il panello è stato invece valorizzato per l’estrazione di molecole attive per il settore farmaceutico, fitosanitario e della cosmesi; si è inoltre dimostrato prodotto idoneo, come supplemento per l’alimentazione animale e come substrato per la produzione di idrolizzati reimpiegabili con successo in agricoltura.
Per quanto concerne la parte aerea e radicale, questa è stata valorizzata per l’estrazione di inulina, come biomassa per usi energetici con un sostanziale avanzamento nell’ambito della valorizzazione dei gas di combustione in ambito biotecnologico, ed infine valorizzata in ottica circolare per la produzione di pannelli per la bioedilizia o come substrato di coltivazione di nuovi prodotti per il settore alimentare.

TEMPO DI ASCOLTO: xxxxxxxx

DATA DI AVVIO: 30/10/2018
DATA DI COMPLETAMENTO: 30/04/2022
DURATA: 30 mesi

FINANZIAMENTO: Il progetto è stato finanziato con un contributo di xxxxx euro dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (l’allora MIUR) nelle 12 Aree di specializzazione individuate dal PNR 2015-2020

CAPOFILA:
Novamont S.p.A., sede centrale di Novara, stabilimento di Terni e centro di ricerca di Piana di Monte Verna (CE)

PARTENARIATO:

  • Bioagritest S.r.l. – Centro Interregionale di Diagnosi Vegetale, Pignola (PZ)
  • Ciheam – Istituto Agronomico Mediterraneo, Valenzano (BA)
  • CREA – Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali (CREA-CI), sedi di Foggia, Caserta e Acireale (CT)
  • CREA – Centro di ricerca Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari (CREA-IT), sede di Monterotondo (RM)
  • CREA – Centro di ricerca Zootecnica e Acquacoltura (CREA-ZA), sede di Bella (PZ)
  • ENEA – Divisione Biotecnologie e Agroindustria del Dipartimento di Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali, Centro Ricerche Trisaia, Rotondella (MT)
  • ENEA – Divisione Biotecnologie e Agroindustria del Dipartimento di Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali, Centro Ricerche Casaccia, Santa Maria di Galeria (RM)
  • Dipartimento di Agraria, Università degli Studi di Sassari

PRINCIPALI PORTATORI DI INTERESSE: Il progetto ambiva a valorizzare, tramite tecnologie avanzate di chimica verde a basso impatto, le diverse frazioni (semi, biomassa ipogea ed epigea) di colture cosiddette “multi purpose” come cardo, cartamo e brassicacee trasformandole in bioprodotti di interesse per il comparto agricolo ed industriale, con l’idea di generare significativi impatti nei territori fragili ed in crisi del Sud Italia, favorendo l’attivazione di filiere agro-industriali virtuose che, partendo dalle vocazionalità dei territori nazionali, potessero restituire significativi vantaggi ambientali, sociali ed economici.